
I dirigenti del Partito Democratico che si schierano apertamente con Marchionne in questi giorni fatidici non sembrano avere un contraltare degno di nota che possa sopperire allo spaesamento di una burocrazia partitica paralizzata. Paralizzata e tendente a destra sui temi centrali dei diritti dei lavoratori.
Di fatto il principale partito di massa con ambizioni socialdemocratiche devìa sorprendentemente da qualsiasi tipo di risolutezza, anche effimera.
Quello che chiamano modernità è il risultato di un processo ineluttabile di competitività globale dell'offerta di lavoro. Ma quello stesso processo è stato completamente sviato e mortificato quando quegli stessi dirigenti si trovavano nella condizione di legiferare.
Mi riferisco al biennio 2006-2008, quando con il Protocollo Welfare del 2007 si è deciso di acconsentire alle richieste, quelle sì anacronistiche, di una lobby sindacale che mirava a un pugno di privilegi sbiaditi per i propri iscritti cinquantottenni ai danni di una generazione depraudata della solo possibilità di coagulare in un sindacato o in una qualsiasi forma di rivendicazione collettiva. Sì è deciso di lenire lo scalone pensionistico (Riforma Maroni) in nome di un'assurda esigenza di tutela dei pensionandi. Si parlava di scaloni e scalini mentre milioni di giovani dovranno sobbarcarsi le conseguenze di una paralisi reazionaria decennale volta a conservare dei privilegi che ormai suonano come insulti.
Quegli stessi dirigenti che, cedendo al molle spasmo dell'allora Rifondazione Comunista, si presero la briga di ottenere per le lavoratrici parasubordinate una "sospensione" del progetto. Lasciando rieccheggiare nel nulla l'urlo sordo di una benchè minima parificazione dei diritti-doveri intergenerazionali.
Ora dico a quei dirigenti: avete ceduto alle pressioni odiose e sterili della CGIL quando c'era da firmare il protocollo Welfare, ora la criminalizzate perchè vede come un oltraggio la definizione di sciopero come «quei comportamenti individuali e/o collettivi idonei a violare... in misura significativa le clausole del presente accordo... inficiando lo spirito che lo anima» della rappresentanza sindacale come "l'unico sindacato ammesso è quello che ha firmato" (accordo di Mirafiori).
Tecnicamente, da studioso del diritto del lavoro, si torna ad un periodo storico sovverchiato perfino dal concetto di contratto collettivo stabilito durante il ventennio fascista.
Non dico di provare vergogna perchè sareste così sprezzanti da canciare qualcosa in vostra difesa, vi prego solo di mantenere il silenzio. Un silenzio funereo. Che si senta solo il vostro vuoto umano e propositivo, E BASTA!